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    Alle origini di una “soavissima” tradizione

    Quante volte le cose che studiamo o che ci raccontano finiscono in cassettini della memoria che poi chiudiamo a chiave, a doppia (se non tripla) mandata…ma il condividere storie e tradizioni, mettendole nero su bianco, è un po’ un passepartout che crea un immenso bagaglio di informazioni ed aneddoti sempre a portata di mano (e di memoria!).
    Vogliamo allora condividere con voi qualche notizia e curiosità sulla terra di Soave, che ci permetta di mantenere viva la memoria del passato, affinché anche quello che gli anziani del paese ci raccontano non finisca nel dimenticatoio.
    Per farvi conoscere a pieno la realtà dove affondano le nostre radici, iniziamo con un breve excursus su ciò che è alle origini della tradizione vitivinicola di Soave.
    Già in epoca romana Soave era un pagus, ovvero un insediamento di campagna caratterizzato da una posizione strategica, con stanziamenti militari in collina (dove ora sorge il castello) ed a valle un’importante arteria stradale della Via Postumia (la lunga strada che collegava il nord-est con il nord-ovest).
    Date le sue antiche origini, l’etimologia di Soave è molto dibattuta. Secondo l’ opinione più accreditata, il nome Soave deriverebbe dal popolo germanico degli Svevi (i Suaves, italianizzato in Soavi) che, con le invasioni barbariche, si stanziarono in questo territorio.
    Proprio in questo periodo l’insediamento umano ed agricolo si spostò dalla pianura, paludosa e selvatica, a spazi più salubri e più vocati alla viticoltura ed all'olivicoltura, tra cui la zona di Soave.
    A testimoniare la tradizione vitivinicola già avviata della zona è un’epistola risalente al VI secolo, nella quale Cassiodoro, il ministro del barbaro Re Teodorico, decanta le lodi del vino qui prodotto (l’Acinatico, il precursore del Recioto di Soave) di “bella bianchezza e chiara purità, tanto che si crederebbe nato da gigli”, descrivendolo come “soavissimo e corposo, dotato di gioviale candidezza e soavità incredibile”.
    Soave non è solo il nome della nostra terra, ma è una qualità naturale dei nostri vini!

    Tenete sempre viva la curiosità.

    A presto, VM

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